Accesso Utente

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, alcune riflessioni su Ariano da parte di un nostro lettore, Guido Di Paola:


Ariano è morto nell’indifferenza generale, piano piano, anno dopo anno,  senza che nessuno se ne è accorto. Al suo capezzale ci sono nuovamente e solamente i suoi assassini, i suoi aguzzini; quelli che da oltre venti anni hanno governato e amministrato; una volta in maggioranza, una volta all’opposizione, ma comunque sempre nella stanza dei bottoni.

Ariano è morto nel Centro Storico, deserto e abbandonato da tutti. Scientificamente e consapevolmente, gli amministratori dal dopo terremoto in poi, hanno costretto gli abitanti del Centro a trasferirsi nelle periferie e nelle campagne, allettandoli con la Pubblica Illuminazione, con le strade nuove, con i trasporti, con l’esenzione della Bucalossi e della Tarsu, e così via. Chi è rimasto in Centro si trova a vivere in mezzo ai ruderi di tre terremoti, strade sconnesse, erbacce infestanti, rifiuti abbandonati, senza servizi, senza un bagno pubblico decente, senza una Piazza, senza un ristorante, senza un cinema, senza toponomastica, senza …. Potrei continuare per ore. Quei pochi commercianti che ancora si accaniscono a restare in Centro, vogliono scommettere sul futuro, non si vogliono arrendere, andrebbero premiati con una medaglia e con grande attenzione almeno istituendo per loro una fiscalità di vantaggio, invece sono massacrati ed anche perseguitati da qualche vigile molto,  molto ligio al proprio dovere.  Eh! La legge non ammette ignoranza ! quando si tratta di perseguire i poveri cristi, pugno di ferro ! 

La fuga dei cervelli (furbi) dal centro alle campagne ha spopolato il paese ed ha impoverito anche il confronto ed il dibattito culturale. Non si capisce come mai nelle nostre contrade abitano tutti professionisti, professori, commercianti, industriali e pochissimi imprenditori agricoli e contadini. Potenza degli urbanisti arianese! E già abbiamo dimenticato chi ha gestito a suo piacimento l’ufficio urbanistico! I danni si vedono anche in Consiglio Comunale, dove chi viene eletto non è il Consigliere di Ariano, bensì il rappresentante di zona o della contrada.

Ariano è morto nelle opere pubbliche programmate dall’80 in poi. Non ce n’è una ultimata o che non sia peggio di prima: Piazza Plebiscito ne è l’emblema, dovrebbe essere il salotto buono, invece è un garage a cielo aperto. I Parcheggi di Calvario e Rione Valle, inaugurati più volte, ma mai completati e mai gestiti, basterebbe un impiantino con una cassa automatica, si ripagherebbe in due mesi, ma chissà perché non si può fare. L’intervento ai muraglioni dei Tranesi è rimasto abbandonato, dopo aver distrutto uno spazio che aveva lanciato l’Ariano FolKFestival, ora è inutilizzabile e agli arianesi non sembra vero di avere uno spazio pubblico, in pieno centro, dove buttare liberamente i propri rifiuti. Palazzo Gambacorta, Largo Bevere e Piazzale S. Francesco meglio non farsi domande e non guardare! L’Auditorium comunale, senza uscite di emergenza regolamentari e quindi utilizzato a rischio e pericolo. Lo stadio di Cannelle, anni e anni, milioni e milioni per una pista di atletica non ancora utilizzabile; senza contare che è stata una follia solo pensarla quest’opera, quando bastava una struttura di quartiere polivalente. La Russo-Anzani, strada ancora senza nome e senza collaudo, ma soprattutto ricca di barriere architettoniche per sfavorire i disabili e già estremamente danneggiata, con annesso Parcheggio, ovviamente incompiuto.

Ariano è morto al Mercato Coperto, opera intelligente, primo tentativo di Centro Commerciale con prodotti agroalimentari a Km zero. Ma la mancanza di lungimiranza e le beghe dei politici hanno portato prima alla fine commerciale e poi all’abbandono totale della struttura.

Ariano è morto in via D’Afflitto al complesso Hotel Terrazze Giorgione. Mai nessun amministratore ha spiegato ai cittadini perché il Comune ha sentito il bisogno e la necessità di comprare quella struttura privata, con soldi pubblici, per poi abbandonarla immediatamente senza aver mai avuto un progetto, un’idea di cosa farne. Però, forse per giustificare l’operato sciagurato, voglio pensare, e non fraudolento, è stato costruito il mito di Giorgione. Facendo intendere che se oggi ci fosse un nuovo Giorgione, con le stesse funzioni di quello precedente, Ariano ed il suo Centro tornerebbero ai vecchi splendori. Io credo che ci sarebbe solamente un altro edificio, nuovo, ma inutilizzato e abbandonato!

Ariano è morto per le vie del Centro. Provate  a fare una passeggiata per Corso Europa, per l’Annunziata, per la Carnale, per Costa Cappuccini, per "le Ruagnare", per i vicoli della Guardia e dovunque troviamo sporcizia, erbacce, pavimentazioni dissestate, pluviali rotti, caditoie e pozzetti pieni di terra e di piante spontanee, case dirute, intonaci staccati, tinteggiature inesistenti, tetti di lamiere, che vista l’incuria della popolazione, la natura cerca di nascondere.

Ariano è morto in Villa Comunale, per decenni vanto di noi arianesi, ma adesso è impraticabile, con scarpate piene di erbacce che hanno spodestato gli ipericum fioriti, aiuole approssimative e coltivate tipo orto, senso di abbandono e di scarsa cura.

Ariano è morto nel traffico di Cardito. In alcune ore del giorno, Cardito sembra la Tangenziale di Milano. Il tanto famigerato, per alcuni amministratori, Programma di Fabbricazione già nel 72 prevedeva il raddoppio della strada di ingresso al Centro. Ma anziché realizzarla, gli  amministratori con la complicità del nostro Urbanista, hanno autorizzato nuove costruzioni sul tracciato, così la strada è diventata un sogno. Qualche studioso di traffico ha partorito tre rotatorie per risolvere il problema, e si vede tutti i giorni come è risolto!

Ma Ariano è morto nel PIP di Camporeale, area industriale che doveva creare lo sviluppo del Nord-Est, bilanciando l’Area ASI di Valle Ufita, ancora senza gas, senza acqua e senza ADSL,  che per decollare aveva bisogno della strada TRE Torri – Camporeale. Invece la Provincia, con due Assessori e due Consiglieri arianesi, ha partorito un progetto inutile per una strada, tutta viadotti e gallerie, che costerà 36 milioni di euro, già appalta da un paio d’anni e per grazia di Dio mai cominciata, che non si completerà mai, come tutte le opere pubbliche arianesi, che collega il bivio di Orneta con il Rione Cardito all’altezza della stazione di servizio ex IP. Che vantaggio ne avrà il PIP di Camporeale?

Ariano è morto persino nel Cimitero. Tombe e loculi in stato di abbandono e nuove costruzioni disordinate, senza un disegno complessivo. Un ampliamento appaltato, ma che non si realizza ancora, strascichi giudiziari, per un opera in project financing per favorire l’impresa e non i cittadini. Se il Comune avesse realizzato in proprio, vendendo ai cittadini interessati su progetto, i costi sarebbero stati molto più vantaggiosi.

Ariano, città della ceramica, è morto. Mai il comune ha investito in iniziative serie di promozione della ceramica arianese, che comunque ha una tradizione illustre; abbiamo ceramisti dispersi sul territorio, anziché avere un quartiere artistico con laboratori ed abitazioni per i praticanti di tutte le arti e dei mestieri artigianali tipici del ns. territorio.

Ariano è morto nei Servizi offerti ai cittadini arianesi e del circondario. Il trasporto pubblico (AMU) è ridicolo, un servizio così scadente non esiste da nessuna parte; neppure tabelle per segnalare i percorsi e gli orari. I pochi uffici pubblici rimasti non trovano pace, né una sede definitiva, per mancanza di edifici idonei. Il comune di Ariano si è cimentato nel trasformare un edificio pubblico in diciotto piccoli alloggi, come se ad Ariano mancassero gli alloggi; ogni abitante ha almeno due case tra campagna e centro, magari da ristrutturare ma ce l’ha.

Ariano è morto nella Scuola che in passato è stata l’opportunità per tanti giovani dei paesi limitrofi di venire ad Ariano e magari restarci a vivere. Ora gli edifici Scolastici arianesi sono vecchi ed inadeguati, ma si continua a spendere tantissimo denaro pubblico per ristrutturazioni inutili che non superano la vetustà degli stessi, il disagio delle localizzazioni e la difficoltà dei trasporti per gli studenti. Mai pensato  un moderno Campus Scolastico, con eventuali servizi comuni tra i vari Istituti, capolinea dei bus all’interno, residenze per studenti, biblioteche, strutture sportive … sono sogni; i nostri figli devono pagare le colpe nostre per non aver abbandonato Ariano ed esserci illusi che anche noi avremmo potuto vivere in un paese civile, senza per forza emigrare.

Ariano è morto nell'isolamento totale dal comprensorio circostante; altri comuni si sono uniti per la gestione dei servizi, per avere maggior peso contrattuale con la Regione; Ariano è rimasta isolata, grazie all’arroganza ed alla superbia della propria, cosiddetta, classe politica e dirigente, che è stata incapace di conquistarsi un ruolo mediante proposte e progetti per favorire lo sviluppo di tutta l’area della Valle dell’Ufita e del Cervaro. Ariano nella sua morte è stato capace di trascinare anche i piccoli paesi vicini, che in passato lo hanno avuto a riferimento ed hanno sostenuto i politici arianesi nelle competizioni elettorali che li hanno consacrati al Parlamento Italiano.

Adesso non credo sia sufficiente  neppure un Miracolo per resuscitare Ariano Irpino, tra l’altro Pasqua è passata e non è successo niente, nulla è cambiato. La prossima tornata elettorale si preannuncia peggiore delle precedenti. Nessuna lista si è formata intorno ad un progetto di città condiviso, ma si va solamente alla ricerca di candidature improvvisate che possano portare qualche voto. Poi per pensare ad Ariano che è morto c’è sempre tempo.
 
Ing. Guido Di Paola



Articoli Correlati