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ASL Avellino: Dipartimento di Prevenzione mobilità del personale ed inefficienze. Richiesto l’accesso agli atti

di , Mercoledì, 11 Dicembre 2013

I vertici dell’Azienda Sanitaria di Avellino continuano in perfetta solitudine e con decisioni unilaterali a decidere organizzazione del lavoro, progetti, procedure operative che stanno avendo ripercursioni sull’attività e funzioni che il Dipartimento di Prevenzione deve rendere per sua missione e proprio in questi giorni è oggetto di particolare attenzione.

Oltre alla esautorazione delle Organizzazioni Sindacali e della RSU da ogni scelta che doveva essere oggetto di informativa ed in taluni casi di contrattazione in questi anni il Dipartimento ha funzionato senza che si sia dato corso ad una corretta applicazione dello stesso regolamento proposto dalla Direzione Generale, non è stato costituito legittimamente il Comitato di Dipartimento e non si è mai riunita l’Assemblea, riferisce Buonavita segretario generale della CISL FP. Tutt'ora il personale è dislocato in parte in sede centrale e in parte sul territorio con orari, turni, rientri del tutto non omogenei e non confacenti alle esigenze reali dello stesso. Cosa più grave dalla unificazione delle due ASL, diverse persone sono state trasferite dal Dipartimento in altre UOC depauperandolo di diverse figure professionali.

Molte collocazioni di Dirigenti Medici, Tecnici etc. sono state disposte probabilmente senza i passaggi istituzionali con la Direzione Strategica e UOC del Personale.Ben venga una corretta organizzazione ma questa non può essere fatta se diverse figure professionali vengono utilizzate impropriamente in ruoli amministrativi (anche Tecnici della Prevenzione in numero già esiguo, qualcuno non è mai stato addirittura utilizzato ed è stato trasferito in altri uffici e compiti), oppure con incarichi che nulla hanno a che vedere con i compiti istituzionali del Dipartimento, oltre che essere allocati in sedi neanche Distrettuali. Alcune figure professionali sono in forte carenza, la stessa divisione tra compiti non è omogenea e alcuni dipendenti vengono utilizzati su diverse UOC, sempre con ordini di servizio disposti senza alcun confronto neanche all'interno dello stesso Dipartimento.

In aggiunta abbiamo evidenziato in una recente nota la partecipazione di alcuni dipendenti ai progetti del Dipartimento per lo più divisi per servizi che pur appartenenti alla stessa figura professionale, rispetto a quelli che non partecipano agli stessi percepiscono a fine anno circa 15 mila euro in più. Abbiamo chiesto di conoscere, ai sensi della Legge 241/1990 quali progetti dipartimentali sono stati finanziati e liquidati negli anni 2010/2011/2012/2013, quali criteri sono stati adottati per individuare il personale, se sono state seguite le direttive aziendali in merito all’utilizzo del badge e alle verifiche effettuate dall’ufficio del personale circa l’utilizzo del codice previsto ed infine se le delibere e/o determine di pagamento sono state correttamente firmate dai dirigenti responsabili.

Inoltre chiediamo di conoscere più approfonditamente i costi relativi l’utilizzo del mezzo proprio da parte del personale del Dipartimento che raggiunge cifre. Continua la nostra richiesta di confronto con i vertici aziendali su varie questioni anche relative ai costi ed agli sprechi causati da mancanza di governance partecipata e condivisa. Più volte la CISL FP ha sollecitato il Direttore Florio a rendere più trasparente l’azione dell’azienda, il più delle volte lasciata in capo a scelte solitarie e forse troppo volte al favoritismo, conclude Doriana Buonavita segretario generale CISL FP IrpiniaSannio.



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