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Don Ciriaco: “La mia canonica ai migranti”. La proposta cristiana di un anziano parroco

di , Lunedì, 24 Agosto 2015

Nè rivoluzionario né provocatore ma solo operaio del Signore

“Bisogna attuare gli insegnamenti del Vangelo: non basta predicarli”. E' perentorio don Ciriaco Rabattino Vozella, sacerdote da mezzo secolo e parroco di Sant'Angelo all'Esca suo borgo natale.

Tempra spiccia e battagliera. Modi schietti e dialettica fluente. Il prete noto per il suo impegno sociale ( anni fa ha adottato una maxi famiglia bosniaca di etnia rom e messo a disposizione la sacrestia del camposanto per un cassintegrato della Irisbus rimasto senza un tetto) e la sua passione civile ancora una volta ha preso alla lettera le sacre scritture. “Aprite le porte- esclama don Ciriaco-, ce lo dice Cristo e noi che siamo suoi seguaci dobbiamo farlo aprendo quelle delle nostre case vuote ai migranti, ai bisognosi, agli ultimi di questa terra. Sono pronto a mettere a disposizione dei profughi le stanze della canonica”. Nè rivoluzionario né provocatore. Semplicemente un operaio del Signore. Don Ciriaco sa pizzicare le corde giuste dei cuori e, all'occorrenza, scuotere le coscienze.

Rapido come una folgore sa dove andare a parare ogni qualvolta si presenta un problema da affrontare e risolvere. “Non si può delegare sempre ad altri- incalza il sacerdote che ha girato mezzo mondo per incontrare le comunità di emigrati in Argentina, America del Nord, Australia- bisogna impegnarsi in prima persona e sporcarsi le mani quando è necessario. Chi più del popolo irpino ha patito la fame, la miseria, ed è stato costretto a lasciare questa terra per cercare fortuna altrove, lontano molto lontano da qui? Abbiamo il dovere morale di aiutare gli immigrati ricordando i nostri parenti e antenati costretti alla stessa sorte”. Va contro corrente, e a volte pure contro tutti, ma mai contro la volontà del Signore. Don Ciriaco non giudica e non si fa giudicare specie quando si adopera per il prossimo e per il bene della comunità, né si fa intimorire da chi magari contesterà la sua proposta. “Oltre l'aspetto umanitario- sostiene sempre il parroco- c'è da considerare anche il risvolto sociale. A mio avviso i migranti sono una risorsa per i nostri paesi che si stanno svuotando.

Non dobbiamo essere prevenuti: accogliamoli e favoriamo l'integrazione”. Il prete di Sant'Angelo all'Esca in questo è stato un precursore quando anni fa ha dato ospitalità a una famiglia rom in fuga dalla guerra dei Balcani. Pure allora ha dovuto affrontare la resistenza e le reticenze della comunità , e il giudizio che degenera in pregiudizio ma, nonostante tutto, don Ciriaco si è fatto scivolare addosso ogni affronto favorendo piuttosto il confronto con chi lo osteggiava apertamente. “A suo tempo quella era l'emergenza- conclude il religioso-. Oggi cambiano i volti ma non i drammi”     



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