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“Lectio Magistralis” del dr. Walter Memmolo su "La Sindone: storia di un enigma"

di , Martedì, 04 Giugno 2013

«La Sindone: storia di un enigma», ‘lectio magistralis’ del dr. Walter Memmolo, giovedì 6 giugno, presso l’ Auditorium ‘SS. Annunziata’ a Mirabella Eclano

La Sindone è un antico lenzuolo che reca l’impronta di un uomo. La storia certa ha inizio nel XIV secolo in Francia, anche se si hanno notizie già a partire dai primi secoli d.C. Il percorso della Sindone è stato ricostruito da Gerusalemme fino a Torino, attraverso l’antica Edessa, Costantinopoli, Atene, Lirey, Chambéry e durante questo percorso si sono verificati eventi catastrofici dai quali ne è uscita indenne, come l’incendio della Saint Chapelle di Chambéry nel 1532 e quello di Torino del 1997.

Che la Sindone sia il telo funerario che abbia avvolto l’Uomo dei Vangeli è, allo stato delle conoscenze, un dato certo: secondo calcoli probabilistici esiste solo una su due miliardi di possibilità che non sia così.

La Sindone, non poteva non destare grande interesse nella comunità scientifica internazionale, al punto da coinvolgere vari ambiti quali: archeologia, medicina legale, chimica, fisica, botanica, merceologia, informatica, fotografia, esegesi. Ormai, è accertato che il lenzuolo risalga al primo secolo d.C., dopo che la datazione al radiocarbonio eseguita nel 1989, non è risultata attendibile.

La storia della Sindone ha appassionato molti e ciò ha determinato, gradualmente, l’organizzazione di incontri volti a diffonderne la conoscenza.

Anche a Mirabella Eclano, giovedì 6 giugno, presso l’Auditorium ‘SS. Annunziata’, alle ore 19, organizzata dalla Parrocchia ‘S.M. Maggiore’, si potrà assistere alla “Lectio Magistralis” del dr. Walter Memmolo su «La Sindone: storia di un enigma».

Il relatore, dr. Memmolo, esporrà la storia della Sindone: il suo viaggio travagliato, dal Medio Oriente all’Italia, l’interesse che ha suscitato nella comunità scientifica internazionale e il mistero della sua origine.

Il dottore Walter Memmolo, 59 anni, nato ad Avellino, da padre mirabellano e da madre siciliana, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Napoli, specializzato in Chirurgia Generale, ha approfondito le tecniche della chirurgia epato-biliare presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ed ha svolto la sua attività nelle Emergenze Chirurgiche in alcuni Ospedali di Napoli per dirigere poi il Reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Capri.

Egli è autore di oltre 50 pubblicazioni scientifiche e di tre monografie, è un Congregato Mariano ed ha curato la prima raccolta di ‘Lettere Pastorali’ di S.E. il Cardinale Corrado Ursi. Inoltre trova anche il tempo di interessarsi di arte avendo scritto saggi sugli artisti napoletani del primo novecento.

Grande appassionato della storia della Sindone da oltre quindici anni, durante questo periodo egli ha seguito l’evoluzione della sua storia e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche dai numerosi studi che sono stati eseguiti su questo telo, che è ritenuto dalla comunità cristiana il suo oggetto più sacro.

La prima fotografia della Sindone risale al Maggio 1898 ad opera dell’avvocato torinese  Secondo Pia, il quale si trovò, per primo, davanti all’immagine realistica dell’Uomo della Sindone. Le fotografie della Sindone, come un negativo fotografico, ci mostrano l’immagine di un uomo come l’avessimo di fronte; mostra i segni della tortura e della crocifissione.
L’Avvocato, racconta: «si vedevano dei capelli lunghi, forse ondulati, poi la barba, anch’essa fluida e composta, e la forma nobile del viso: aveva gli occhi chiusi, le palpebre pesanti. Lo zigomo destro sembrava tumefatto, il naso anche; la guancia era gonfia; era il volto di un uomo seviziato. Nessun muscolo, tuttavia, era rimasto contratto dallo spavento o dallo spasimo. Inerme, e insieme vulnerabile, era meravigliosamente pacificato con la morte».

I contorni sfumati che delineano l’immagine frontale e dorsale dell’Uomo sono dovuti ad un ingiallimento per degradazione delle fibre superficiali del lino solo sulla superficie anteriore; solo le macchie di sangue lo trapassano. Resta ancora l’enigma della formazione dell’impronta: ad oggi la scienza non è giunta ad alcuna conclusione.

Si consideri che durante la seconda guerra mondiale, la Sindone fu protetta, nascondendola dentro un altare dell’abbazia di Montevergine, all’insaputa di tutti, tranne tre persone: il Papa, l’Abate di Montevergine ed il suo custode.

Il dottore Walter Memmolo, onorando la cittadina eclanese della sua presenza, sicuramente arricchirà i partecipanti delle conoscenze che ha accumulato in questi quindici anni sulla storia della Sindone e dei risultati di studi ed analisi che sono stati elaborati.



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