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Migrazioni e contraddizioni, la nota della Cisl Irpinia - Sannio

di , Mercoledì, 17 Giugno 2015

Da Mario Melchionna, segretario generale della Cisl Irpinia - Sannio riceviamo e pubblichiamo

Se oggi ti vuoi fare un nemico devi “parlar bene” dei migranti. Trovare delle giustificazioni alla fuga dai loro paesi d’origine. Alzare il dito rimbeccando chi non ne vuol sapere dei drammi che hanno vissuto e che vivono; anche per essersi lasciati dietro “il loro mondo”, spesso gli affetti più cari. Verrai subito considerato o un provocatore, oppure un povero idiota ideologizzato; o il solito “altruista” sulle spalle degli altri. Il clima è di esasperazione per gli arrivi continui – e sempre più massicci - che si trasforma, in certi casi, in vero e proprio odio razziale. Il problema diventano loro: i bambini, le donne, gli uomini in fuga dalla guerra, dalle sevizie, dai soprusi. Non c’è, purtroppo, una distinzione tra causa (spesso la guerra, i regimi sanguinari) ed effetto (la fuga per sperare). E’ il risultato finale che conta: un essere da sfamare, d’accudire, da supportare e sopportare. E tutti questi poveri Cristi, nell’immaginario collettivo, falsato dal pregiudizio e dalla paura, si trasformano in criminali, stupratori, e chi più né ha più né metta.

Anche la religione con i suoi comandamenti viene oscurata dalla paura che spesso però è solo egoismo. Certo, tra loro i delinquenti ci sono, ma c’è soprattutto tanta povera gente che non merita l’epiteto d’animale o di ladro, ecc.. Se certi ragionamenti grossolani fatti da comuni cittadini è difficile accettarli, meglio giustificarli, diventano insopportabili quando sono le istituzioni democratiche, con altre parole e comportamenti, ad avere le stesse pulsioni di ripudio. Quando non vogliono trovare “modus operandi” di gestione delle emergenze: dire no è la cosa più semplice da farsi. Specialmente se quel rifiuto viene poggiato su pretesti come la sicurezza del territorio, nonché sotto il profilo sanitario e morale. Se tutta questa storia non fosse drammatica, da terza guerra mondiale, ci sarebbe anche da sorridere nel registrare aspetti a dir poco contraddittori in alcuni protagonisti istituzionali. L’ex ministro degli Interni Maroni come si sarebbe comportato se il governatore della Lombardia dell’epoca lo avesse mandato a…”scopare il mare”, non accettando le direttive per la ripartizione dei profughi? Con pugno duro - decisionista – leghista, sicuramente. Stesso discorso per l’ex ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia. Una Regione che non avesse rispettato il dettato del suo ministero, forse si sarebbe imbattuta nelle guardie forestali a cavallo per ristabilire l’ordine costituito, ovvero ministeriale. C’è poi il caso delle ruberie e degli appalti legati ai profughi: il Cara di Mineo e Mafia Capitale. Se non ci fossero stati i migranti non ci sarebbero stati i ladrocini, secondo alcuni.

La verità è che le emergenze ci saranno sempre e con esse i piani d’intervento straordinario. Bisognerà, allora, selezionare una classe dirigente che non sia “mariuola”, evitando che gli stessi soggetti stiano in eterno nello stesso posto di comando, che sia la presidenza di una cooperativa o la commissione che decide appalti, ecc.. Ma questo è un altro discorso molto attuale però. Certo, l’Europa non ci aiuta. Le decisioni che dovevano arrivare entro fine mese sono state spostate. Nessuno vuole guai. C’è la Gran Bretagna che partecipa alle operazioni di salvataggio, scaricando sulle nostre coste i naufraghi salvati, ma ritiene di aver fatto in pieno il proprio dovere e… basta così. Nessun migrante deve varcare il sacro suolo di Sua Maestà la Regina Elisabetta. C’è la Francia che volle, fortissimamente volle, la deposizione del leader libico Mu'ammar Gheddafi - iniziando i bombardamenti sulla Libia nel 2011 -, che di profughi da dislocare sul proprio suolo non ne vuole manco uno. Insomma, l’Europa difronte ad un’emergenza umanitaria di proporzioni bibliche non c’è, è latitante.

L’Italia invece c’è, eccome. Con le sue contraddizioni, sempre divisa in mille localismi, senza mai provare a fare un ragionamento unitario. Cosa farebbe l’Europa difronte ad un paese - da Salvini a Renzi a Berlusconi, a Zaia a Bersani - che la pensasse allo stesso modo sull’emergenza profughi? Che avesse un progetto comune per la dislocazione dei migranti? C’è da scommetterci, nessun rimando sine die, ma vertici a gogò per risolvere la questione. Non puoi chiedere ad altri quello che tu non hai nessuna intenzione di fare. E’ una regola basilare da tenere sempre a mente.

Avellino 17 giugno 2015

Il Segretario Generale Mario Melchionna



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