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Questione cimitero, a fine settembre un consiglio monotematico

di , Lunedì, 25 Agosto 2014

Cimitero, a fine settembre un consiglio monotematico sulla spinosa questione che tanto aveva tenuto banco e suscitato polemiche durante il periodo della giunta Mainiero. A riferirlo a Città di Ariano, il presidente del consiglio comunale Antonio Della Croce. L’amministrazione Gambacorta, dunque, è al lavoro per la risoluzione della vicenda. All’attenzione della maggioranza,con lo scopo di verificarne la regolarità, in un passaggio preliminare espletato dalla commissione assetto del territorio, tutti gli atti, compresa la nota dell’autorità di vigilanza, che hanno caratterizzato il procedimento nelle varie fasi.

In estrema sintesi, ecco cosa era successo. Nei primi mesi del 2013, la politica arianese fu scossa da un aspro botta e risposta tra maggioranza e opposizione in merito al progetto di ampliamento del cimitero portato avanti dall’amministrazione Mainiero, che sosteneva l’onestà e la validità del project financing per mettere in campo i lavori. All’epoca si parlò di un dibattito pubblico per fare chiarezza sulla vicenda; nello specifico, a finire sotto accusa, una variante al progetto preliminare. Ad andare in gara e a registrare la vittoria dell’impresa Spinosa fu un progetto preliminare approvato a maggio 2008.

Secondo quanto all’epoca riferì Pratola a ‘Il Sannio Quotidiano’, nel 2008 era già previsto un certo numero di loculi, per la precisione 2000, cappelle e edicole funerarie, senza incrementi. L’impresa aggiudicatrice dell’appalto aveva presentato una proposta migliorativa avendo avuto già delle esperienze sulle abitudini di utilizzo dei loculi ad Ariano. Pratola rimarcava come i loculi in quinta e sesta fila fossero difficilmente utilizzabili. L’allora vicesindaco spiegò il contenuto del progetto; l’impresa avrebbe dovuto realizzare l’opera in tre anni impegnando circa otto milioni di euro. In accordo con il comune, poi, avrebbe dovuto realizzare bandi di assegnazione dei loculi ai prezzi fissati nel 2008. L’impresa, oltre ad investire l’importo di otto milioni, avrebbe dovuto offrire al comune il 5% di questo importo, quindi circa 400 mila euro, che l’ente avrebbe utilizzato per la sistemazione del vecchio cimitero.

Il progetto non riguardava soltanto loculi, cappelle e edicole funerarie. Si trattava di un’opera di più ampio respiro. Avrebbero dovuto essere realizzati anche parcheggi, 45 a monte e 65 a valle, la zona di ingresso sarebbe stata dotata di servizi che, attualmente, nel vecchio cimitero non ci sono,una sala mortuaria e locali commerciali per la vendita di fiori e ceri. Secondo l’opposizione e Ariano in Movimento di Giovanni Maraia, l’amministrazione aveva portato avanti un bando di gara che non presentava vantaggi per la pubblica amministrazione e per i cittadini ma soltanto per l’impresa e la variante tecnica al progetto di ampliamento, presentata come soluzione migliorativa, non rispettava, sempre a giudizio dell’opposizione, il principio di libera concorrenza tra le imprese che partecipano ad un bando pubblico.

L’opposizione incalzava la maggioranza sottolineando come la pubblica amministrazione fosse così esposta ad un danno potenziale enorme visto che sul piatto c’erano 8 milioni di euro di appalto atipico, così come è stato definito, ed era previsto che allo scadere di 15 anni il comune avrebbe dovuto acquistare i loculi invenduti. Secondo le combattive minoranze, l’impresa, in questo modo, sarebbe stata messa al riparo da ogni rischio. Il progetto preliminare prevedeva un certo numero di loculi e nel definitivo, invece, si registrava un incremento.

L’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, poi, interpellata da Maraia, si espresse sulla questione. Nel documento inviato al comune di Ariano si leggeva che relativamente alla concessione per l’ampliamento del cimitero comunale, l’autorità aveva predisposto l’avvio dell’istruttoria nei confronti del comune di Ariano per la verifica di eventuali anomalie o presunte violazioni della normativa in materia di affidamenti pubblici. L’organismo di vigilanza, inoltre, aveva invitato il comune a fornire informazioni e chiarimenti attraverso una relazione illustrativa dettagliata, corredata della necessaria documentazione, contenente gli atti da cui risultava la rimodulazione del progetto. Al sindaco Gambacorta e alla sua giunta l’arduo compito di trovare il bandolo della matassa.



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