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dal blog "la coda del gatto" di Luigi Gagliardi


 

Il mio paese è un cane che fa la guardia al Tavoliere delle Puglie. Io vivo qui.

Qui bisogna imparare a camminare con le orecchie. Qui le estati volano e gli inverni camminano. Qui l’inverno annoda i pensieri e piega l’umore. Qui la neve scrive il romanzo di chi ha il coraggio da settembre a maggio di vivere nonostante tutto per questi vicoli. Qui se Cristo si è fermato, era femmina, perché ancora oggi si può intuire il peso della croce dalle caviglie gonfie delle vecchie vestite di nero. Qui o percorri la tua strada in salita o coltivi le contrade in fondo di queste. Qui è il vento che tiene in piedi tutto, nei giorni in cui non c’è si cade spesso. Qui la fermezza di carattere si apprende dalla lumaca. Qui c’è chi ha solo il mal di testa per compagnia. Qui c’è chi esce solo per comprare il pane e tornare con le mani in tasca. Qui i soldi e la politica non scrivono poesie. Qui pochi hanno imparato a nuotare ma quasi tutti sanno stare al timone, quando espongono le vele delle proprie idee al vento. Qui il mare è la terra, continuamente in movimento, in superficie come in profondità. Qui abbiamo il piacere di vivere giorni in cui neanche i punti cardinali resistono al loro posto. Qui a volte fa freddo anche a luglio, sono giorni d’autunno che spuntano come funghi in mezzo all’estate. Qui non sono i cassintegrati la misura della crisi ma le casse da interrare. Qui d’inverno il vento strappa via le strade e le annoda come sciarpe al collo degli alberi, per non farli tossire.



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