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Martiniello, delitto senza colpevole Parla il figlio Mario: "Non archiviate il caso. Mi appello a Mattarella"

di , Mercoledì, 15 Luglio 2015

Il tempo passa, il tempo appiana ma non cancella. 

Mirabella EclanoIl tempo rivanga e amplifica, restituisce intatto il dolore. Quello di Mario Martiniello, giovane meccanico di Mirabella Eclano, è ormai maturo. Cresciuto senza il papà, Pasquale, imprenditore ucciso a fucilate nei pressi del laghetto da pesca sportiva che gestiva in contrada Iscalonga di Calore, ha perso ormai la fiducia nell'operato investigativo ma non ancora nelle istituzioni. "Sono trascorsi otto anni- racconta in esclusiva Mario- e non c'è un colpevole, men che meno un sospettato, un indagato. Siamo stati messi sotto torchio mentre bisognava imboccare altre piste. Si è perso solo tempo, troppo tempo, e il risultato è un delitto irrisolto e un assassino a piede libero". Non condanna, non accusa, ma analizza i fatti. Quelli avvenuti nell'estate rovente di otto anni fa sono rimbalzati sulle cronache provinciali.

Indagini arenate, centinaia di persone ascoltate e nessuna pista privilegiata. Buio assoluto, disorientamento totale, e una famiglia che a distanza di anni si macera ancora in quel dolore sospeso alla ricerca di un appiglio di verità, almeno giudiziaria. Invece, nulla di nulla.

"E adesso il caso sarà archiviato- esclama Mario accennando un sorriso sghembo-. Non so più a chi rivolgermi per ottenere giustizia. Mi appello al Presidente Mattarella: spero almeno in lui e nella sua intercessione affinché il caso di mio padre non venga congelato per sempre"



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