Daniele Natale in "L'Inspiegabile Hassenso".
Foggia - Teatro del Fuoco - Giovedì 20 Aprile - ore 21.00
Se un giorno credi
di aver visto tutto,
di aver vissuto in grande,
di aver ingoiato il troppo
e di aver stupito il giusto,
è lì che il tempo è giunto
di rimarcare il bello
di quel che è stato il tanto
che ha impresso in noi il rimpianto.
Non è più pericoloso sporgersi
oltre le ante socchiuse dell'inconscio.
Voltarsi indietro.
Tornare sui propri passi.
Riaffacciarsi sul luogo del "delitto".
Recuperare il monile disperso
del personale giovanile universo.
Riaprire quella porta
non è sempre indizio,
incrociando le dita,
di ingenua incoscienza
o perfida sfida.
E' rianimare il fuscello d'esperienza
che avevi maturato;
risvegliare la creatura che avevi coccolato,
poi sedotto e abbandonato.
Fra strade dimenticate da lastricare
e mosaici infiniti da completare,
un gioiello fiero, nobile e discreto,
incastonato, suo malgrado,
ai bordi di un buon salotto
ormai degradato.
Fedele all'imperioso nome mitico
riabbraccia caloroso il figliol prodigo.
Fresca rugiada di suoni appena sgorgati.
Passi di danza felpati
lì ove tutto ebbe inizio.
Pietra miliare, antica e preziosa.
Tocco di rosso fiammante
nel grigio dominante.
Vecchia elegante signora
che sgomita imperitura
tra orrende palafitte,
scatolame di calzatura,
di architerroristica fattura.
Tornare sobri dopo l'inebriante preludio
e, come allora, aspirare ad annullare il reale
per elevarsi alla perfezione ideale.
Dietro l'albero della vita, state certi,
si stagliano pacifiche colline verdi.
Luci blu sempre meno nitide
laggiù in fondo.
Fuggire e poi sparire per sempre
da questo mondo.
Nuovi orizzonti sconfinati
di desideri più audaci.
Siamo ombre smarrite oramai
e le nostre emozioni eteree.
Daniele Natale è il primo o l'ultimo dei folli pionieri moderni.
Coraggioso argonauta di un passato da decifrare,
un presente da suggellare e un futuro da immaginare.
Baluardo, custode, testimone e ambasciatore
di una mite civiltà
che reca in dono l'arte all'umanità.
Un granello d'oro pescato a mani nude
nel ruscello di una vita spesso arida palude.
E' tempo di partir, senza rimpianti.
Interminabili istanti di epopea omerica.
Bagliori accecanti da odissea post-atomica.
L'ennesimo approdo, un'immediata ripartenza:
tutto questo avrà un perchè, io penso,
solo se otterrà l'approvazione e l'indulgenza
del Generale (H)assenso...
San Severo (FG) - Teatro Verdi - Sabato 22 Aprile - ore 21.00
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