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È la mattina del 24 dicembre e rilassato, con un sorriso che ti porterai addosso tutta la giornata, ti svegli, sapendo già che sarà una giornata piena di cose da fare. Corri a comprare gli ultimi regali di Natale, proprio quelli che ti mancavano, le strade sono un via vai di persone che entrano ed escono dai negozi. Un sottofondo musicale natalizio ti accompagna ovunque tu vada: al supermercato, al bar, dalla parrucchiera. Una serie di lucine soffuse, più o meno colorate, avvolgono la città di un tepore quasi innaturale, ma bellissimo. E se da un lato, tutto questo ti dà fastidio, dall’altro ti senti in pace con te stesso e non vedi l’ora di arrivare a tavola, mangiare a più non posso, discutere di università, lavoro, fidanzamenti, matrimoni e chi più ne ha più ne metta. Ti ritrovi con tutta la tua famiglia, seduti in quei tavoloni immensi, che “Magari c’è bisogno di un posto in più e dobbiamo sapere dove metterlo, non può mica stare stretto!”, e alla fine state tutti stretti, ma non importa, perché l’importante è stare insieme.

Ti scambi sorrisi, abbracci, regali più o meno sentiti. Ti scambi la consapevolezza che sono questi i momenti che contano, che hai una casa a cui tornare, una famiglia da amare. Perché forse il Natale, alla fine, è proprio questo: poter scacciare la propria solitudine, non sentirsi soli

E vivi l’atmosfera natalizia tra un bar aperto ed un pranzo troppo lungo, circondato da amici, parenti, estranei, in una piazza gremita, che non ti spaventa. Senza mascherine, senza un virus che minaccia le nostre vite di superstiti.

È il 24 dicembre dell’anno scorso e, in questo folle e infernale 2020, nulla di tutto questo accadrà.

Ci stiamo organizzando come meglio possiamo, con il cuore ricolmo di tristezza, pensando alle innumerevoli morti che ci sono state e continuano ad esserci, ai malati, affamati d’aria, ricoverati in terapia, che passeranno un Natale attaccati ai tubi, in totale isolamento.  Al personale sanitario, che quest’anno più che mai, non si fermerà neanche un secondo, cercando di combattere un nemico invisibile.

Compri piccoli regali, “pensieri”, perché quest’anno è strano ed anche scambiarseli è diventato un lusso di pochi. Siamo circondati da un silenzio surreale. Piccoli sprazzi di normalità ci travolgono, quando seduti sul divano guardiamo film natalizi (che sappiamo a memoria) e che ci proiettano in una vita passata; quando camminiamo per strada, cercando luci, persone, colori, e tutto ciò che troviamo è una strana desolazione.

Pensiamo a come rompere il velo di solitudine che ci opprime, attraverso lo schermo di un telefono, che persino i nostri nonni hanno dovuto –per forza di cose- imparare ad utilizzare. Videochiamate, messaggi, tutto in questi giorni è una via di fuga dall’incombente realtà.

Sarà un Natale strano, ed in quei pochi momenti di lucidità, tra un DPCM e l’altro, l’unica cosa che vorremmo è ritornare ad un anno fa.

Resistiamo, allontaniamo la solitudine come meglio possiamo, non facciamoci distruggere tutto da questo maledetto virus.