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Vittorio Melito: unità, se non ora quando?

di , Giovedì, 21 Maggio 2020

Che dire? La prima reazione non può che essere di sconcerto e scoraggiamento. Un altro episodio grottesco a grave danno della città di Ariano Irpino.

Sforzandosi di trovare una spiegazione non troppo malevola, si può pensare che il testo pubblicato in Gazzetta ufficiale era difforme da quello approvato in Consiglio dei Ministri e che la correzione intercorsa nel frattempo sia stata considerata impropria, tale da dover essere “rettificata”. Certo che una nuova lettura in Consiglio sarebbe stata più che opportuna.

Ora tutti i parlamentari di buon senso (questo dovrebbe essere il discrimine, non maggioranza/opposizione) dovrebbero rapidamente riparare alla figuraccia e ripristinare con un emendamento il testo originariamente pubblicato, magari aggiungendo il riferimento alla Zona Franca di cui parlavo ieri. Tanto nell’interesse di tutti i comuni d’Italia dichiarati zona rossa, al di fuori di quelle cinque province.

Attenzione: se il fondo viene ripartito entro dieci giorni soltanto tra i comuni delle cinque province indicate, sarà poi necessario uno stanziamento aggiuntivo.

A costo di sembrare monotono, mi pare indispensabile un pronunciamento unitario delle forze politiche e sociali per rivendicare con forza non solo il ripristino del Fondo per tutte le zone rosse, ma anche per sollecitare l’impegno nazionale e regionale sulle questioni relative all’anomala diffusione del contagio in città ed alla necessità di rilanciare il nostro ospedale e tutta l’economia. Anche in chiave elettorale, credo che sarebbe molto più redditizio per chiunque potersi presentare agli elettori dicendo di aver saputo trovare convergenze in un momento drammatico, piuttosto che addossarsi reciprocamente colpe e responsabilità, a discapito della realizzazione degli interessi della Città. In altri termini, meglio poter dire “abbiamo fatto qualcosa tutti insieme”, piuttosto che “non abbiamo fatto niente, ma è tutta colpa degli altri”.

Una proposta: una forma pacata e civile di protesta, senza creare problemi di ordine pubblico o assembramenti pericolosi, potrebbe essere una mezza giornata di “zona rossa volontaria”. Per un pomeriggio ed una sera, almeno, restiamo tutti in casa, chi ha faticosamente riaperto fa il sacrificio di chiudere di nuovo per qualche ora, torniamo simbolicamente alla fase 1 visto che ci negano qualsiasi aiuto per passare alla 2. Che ne pensate?