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Vorrei sapessi che... i consigli dell'esperto (7.a puntata)

di , Lunedì, 18 Novembre 2019

Pensavate che mi fossi dimenticata di voi ? Invece no. Oggi  per la mia rubrica “Vorrei sapessi che… I consigli dell’esperto” ho intervistato una persona che sicuramente già conoscete. Lei è l’avvocato Marica Grande, che ci parlerà del codice rosa. Buona lettura.

 

Una donna su tre, al mondo, è stata picchiata, forzata ad avere rapporti sessuali o ha comunque subito abusi almeno una volta nella sua vita, secondo fonti statistiche ONU. La “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne”, in programma il 25 novembre, deve ricordarci la portata patologica di questo problema e le terribili conseguenze per la salute e il benessere individuali, così come per lo sviluppo sociale ed economico.

 

Com’è intervenuto il nostro sistema a tutela delle donne contro la violenza?

 

“I primi interventi contro la violenza sulle donne appaiono nel nostro ordinamento solo nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia.  Da tale data è stato abolito in Italia l’uso o, meglio, l’abuso dei mezzi di correzione e disciplina nei confronti della moglie e dei figli, è stata abolita la cosiddetta autorità maritale.

Solo nel 2013 abbiamo il primo decreto antifemminicidio che ha introdotto una serie di misure sia di carattere preventivo che repressivo. La prima task force interistituzionale la ritroviamo nell’idea nata a Grosseto nel 2009 oggi il Codice Rosa. Con il Codice Rosa, per legge, è stato stabilito che una donna, come vittima di violenza di genere, anche nel sospetto, una volta recatasi in Pronto Soccorso, venga accolta, entro 20 minuti, in una stanza dedicata dove gli specialisti raggiungono la donna e non più viceversa come avveniva prima.Una squadra formata da infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi, magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria sono impegnati in un’attività di tutela delle fasce deboli, non solo donne, ma anche minori, anziani, persone vittime di abusi e discriminazioni sessuali. Al codice rosa segue il percorso rosa che prevede le seguenti tappe: le forze dell’ordine e la Procura metteranno in atto una serie di misure volte a tutelare la sicurezza della vittima rispetto al violento;  i centri anti-violenza si occuperannodella consulenza e assistenza legale; le case di accoglienza per le donne maltrattateprovvederanno a sopperire per le esigenze immediate di collocazione protetta della donna e dei minori, in alternativa,  il Servizio Sociale con il Servizio di accoglienza residenziale per minori; i servizi socio-sanitari territoriali si occuperanno dell'assistenza della donna a medio-lungo termine”.

 

Qual è il compito del codice rosa?

 

Il codice rosa ha il compito di garantire un’azione sinergica tra sanitari, procure e forze dell’ordine nel tentativo di monitorare tutte quelle situazioni a rischio nelle ipotesi di mancata denuncia.

 

È vero che la donna è costretta a sporgere denuncia?

 

“Il codice rosa non vincola in alcun modo la donna circa il percorso da scegliere né comporta l’avvio d’ufficio di alcun procedimento penale. La nuova procedura mette in rete medici, forze dell’ordine e centri antiviolenza solo se le donne lo vogliono. La denuncia è un’opportunità che viene data alla vittima già dal primo accesso al pronto soccorso non un obbligoC’è tempo tre mesi per rivolgersi alle autorità e il limite si eleva a sei mesi per gli atti persecutori (stalking, appostamenti, sms o telefonate continui) e violenza sessuale”.

 

Perché il codice rosa rappresenta una novità?

 

“Il contrasto alla violenza è stato per troppo tempo esclusivo appannaggio delle associazioni femminili che hanno trattato la questione della violenza in chiave per lo più sociologica, come espressione culturale del dominio maschile sulle donne, considerando ogni uomo potenzialmente violento in quanto uomo e ogni vittima donna in quanto tale; un sistema che ripudiava una spiegazione patologica e psicologica della violenza. Con il codice rosa, per la prima volta, la violenza viene considerata un problema di salute pubblica”.

 

Grazie all’avvocato Marica Grande per il suo prezioso contributo. “Vorrei sapessi che… i consigli dell’esperto” torna lunedì prossimo.



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