ANSA 

Una vera e propria filiera operativa, dedita al riciclaggio d'auto, dove ognuno faceva la sua parte. Si partiva dal furto per strada, poi la cosiddetta cannibalizzazione dei veicoli, smontati per ricavarne pezzi di ricambio, privati dei loro elementi identificativi, in modo rivenderli in un mercato parallelo. Il sistema, portato alla luce dall'operazione giudiziaria condotta dalla polizia di Foggia, coordinata dalla Procura. La maggior parte dei 26 arrestati risiede a Cerignola, molti già noti alle forze dell'ordine.
Un gruppo specializzato, suddiviso in quattro sottogruppi, ognuno con ruoli precisi. Esorbitante, secondo gli inquirenti, il numero di veicoli rubati, dall'utilitaria all'auto più costosa. Si stima un giro d'affari di oltre un milione e 250 mila euro, il cui centro nevralgico era Cerignola, dove i pezzi venivano immagazzinati, per poi essere spediti ovunque sul territorio nazionale, sia tramite vendita diretta al cliente, che online. L'indagine è partita un anno fa, dai controlli negli autodemolitori della Squadra mobile e polizia stradale di Foggia. Una costante ricerca del massimo profitto, per cui c'erano a disposizione numerose risorse, da nascondigli a telefoni e auto anche di provenienza lecita, oltre a società create appositamente che emettevano false fatture, per dare una parvenza di liceità alle operazioni. 

I destinatari dell'ordinanza sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, furto, ricettazione e riciclaggio.