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Lotta alla povertà, diritti delle donne, lavoro, etica, giustizia: il viaggio del cambiamento di due eletti di qualità

di , Domenica, 17 Marzo 2013

da Floriana Mastandrea, Rete delle Donne di Sel (Sinistra Ecologia Libertà con Vendola), riceviamo e pubblichiamo:

L’elezione di Laura Boldrini a presidente della Camera e di Pietro Grasso al Senato, all’inizio della XVII legislatura, sono dei segnali di discontinuità nel segno di quel cambiamento della politica che gli Italiani hanno richiesto a gran voce con il loro voto.

È importante sottolineare come né Laura Boldrini, eletta deputata nelle file di SEL (Sinistra Ecologia Libertà con Vendola) né Pietro Grasso, indipendente eletto senatore nelle liste del Pd, provengano da apparati di partito, bensì dalla società civile. Terza donna presidente della Camera dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, Laura Boldrini è stata eletta alla quarta votazione con 327 voti su 618 votanti (i voti della coalizione di centrosinistra sono 340). Un lungo applauso dell'assemblea ha segnato il momento in cui il computo ha toccato quota 310, la soglia di voti necessaria per l'elezione. I deputati del Pdl e alcuni esponenti del M5S non hanno applaudito, ma la stragrande maggioranza dei 5 Stelle erano in piedi a battere le mani. Laura Boldrini, classe 1961, laureata in giurisprudenza, inizia la sua carriera nell'Onu a 27 anni. Lavora per la Fao al Programma alimentare mondiale e in seguito diventa portavoce per l'Italia dell'Alto Commissariato per i Rifugiati, occupandosi dei flussi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo: “bollare un migrante come clandestino non è soltanto una scelta semantica, ma anche e soprattutto politica”, questo il suo credo. Agli antipodi dalla figura dei politici di professione, Boldrini è stata insignita di numerosi riconoscimenti, tra cui il titolo di Cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica italiana. Nel suo discorso di insediamento, la neo presidente della Camera, ha rivolto un “saluto rispettoso e riconoscente a Napolitano, custode rigoroso dell'unità del Paese e dei valori della Costituzione, la più bella del mondo”. Ho vissuto tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia e in molte periferie del mondo, esperienza che metto al servizio di questa Camera, che deve essere luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno e la casa della buona politica. Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Intendo dare piena vita a ogni diritto e ingaggiare una battaglia vera contro la povertà”. E un preciso impegno sui diritti delle donne e la lotta al femminicidio: “dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”, che ha ricevuto una standing ovation da centrosinistra e M5S. Un pensiero è stato rivolto anche ai troppi morti senza nome nel mar Mediterraneo, “un mare che dovrà sempre più diventare un ponte verso altri luoghi, altre culture, altre religioni”.

Pietro Grasso ha battuto il candidato del Pdl Renato Schifani al quarto scrutinio, per 137 voti a 117. L'ex procuratore nazionale antimafia ha aperto il suo discorso di insediamento con il ricordo della partigiana Teresa Mattei, la più giovane donna eletta all'Assemblea Costituente nel 1946, scomparsa martedì, e sui diritti delle donne, “troppo spesso calpestati”, nonché con quello del 35esimo anniversario della strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro, invitando a “ridare dignità e risorse alle forze dell'ordine e alla magistratura e, in questo passaggio storico straordinario, iniziare una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci”. Classe 1945, nato a Licata, da 40 anni nella magistratura, la seconda carica dello Stato, ha ricordato tutte le vittime della mafia, annunciando l'intenzione di istituire una Commissione d'inchiesta sulle stragi irrisolte, e ha citato il discorso di Rosaria Costa ai funerali del marito Vito Schifani, ucciso a Capaci nel 1992 insieme a Falcone. Il neo presidente ha anche invitato a “rispondere con i fatti alle domande dei cittadini che chiedono giustizia sociale e più etica, nella consapevolezza che il lavoro è uno dei principali problemi”. Forte il richiamo all'Europa: “Sia anche l'incontro di popoli e culture. Mai come oggi, la storia italiana si intreccia con quella europea, mai come oggi il compito della politica è di restituire ai cittadini la coscienza di questa sfida”. E indicando il Velario, l'affresco sul soffitto dell'Aula di Palazzo Madama, ha citato le quattro virtù civiche: “Giustizia, diritto, fortezza e concordia. Quella concordia - ha concluso- quella pace sociale, di cui il Paese ha ora disperatamente bisogno”. Plaudiamo all’elezione di queste personalità di alto valore, con cui si sta avviando finalmente quella nuova era in cui tutti speriamo. 



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