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Salvando le api, salviamo noi stessi

di , Sabato, 21 Novembre 2020

Le api sono uno straordinario esempio di come funzionano le cose in natura. Sono fondamentali per la vita del pianeta, come ci ricorda la famosa frase attribuita ad Albert Einstein, che lo scienziato forse non ha mai pronunciato: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

Le api ci rendono evidenti le relazioni tra gli elementi, la complessità dei sistemi e la fragilità degli equilibri raggiunti con millenni di evoluzione. Se le api scomparissero dalla terra per l’umanità sarebbe in effetti una gran brutta notizia. Appena un po’ più grave di quelle che riguardano le numerose estinzioni di varietà di insetti, animali e vegetali che avvengono a ritmo sempre più sostenuto e che gli scienziati denunciano senza che nulla, o quasi, venga fatto per arrestare il processo. La notorietà e l’interesse, anche economico, che riguarda questi speciali insetti può portare fortuna a loro e di conseguenza a tutti noi. Grazie al riflettore acceso sulle api  le stiamo conoscendo sempre meglio fino a capire le cause della loro crisi.
Se le api muoiono, si riducono, sono deboli, non ce la fanno a vivere senza l’intervento umano e stentano a riprodursi, vuol dire che l’ambiente che le ospita non è adatto a garantire una vita sana anche all’uomo. Ma se capiamo le cause del loro declino, avremo trovato anche il rimedio e aiutando loro staremo già creando una condizione più favorevole alla vita dell’uomo.
come dobbiamo avvicinarci ai prodotti dell’apicoltura?
È importante conoscere il legame del miele con un territorio piuttosto che la sua origine botanica. Vanno preferiti i mieli di millefiori, i mieli che portano sull’etichetta il luogo della raccolta, i mieli di piccoli/medi apicoltori che fanno apicoltura stanziale, invece di un’apicoltura basata su nomadismi spinti. Inoltre possiamo imparare a interpellare le api nelle nostre scelte quotidiane. Se devo mettere un fiore nel balcone posso chiedermi: “Può far bene alle api?”. Se faccio scelte che aiutano le api sono sicuro di fare scelte che aiutano tutti. Che cibo mangio, che piante metto nel giardino, dove vado in vacanza, che mezzi di trasporto utilizzo? Per tutte le nostre scelte quotidiane possiamo fare questo esercizio, così le api ci porteranno nella strada della perfetta sostenibilità.
Le api ci mettono in contatto con la natura  a 360°. Ci fanno vedere le meraviglie, le delizie e anche come la natura si difende. Quando apriamo un alveare apriamo allo stesso tempo le porte del paradiso e dell’inferno. Dentro troviamo il miele dolcissimo e le api straordinarie, ma anche 50 mila pungiglioni pronti a pungerci. Il fatto di gestire sia la nostra paura sia le api, per non metterle in allarme, è qualcosa che l’uomo ha vissuto in tutta la sua evoluzione. La paura è funzionale alla nostra sopravvivenza, la gestione della paura è funzionale alla nostra felicità e alla nostra serenità. Le api ci mettono davanti ad una natura completa, non la natura agiografica del cagnolino in grembo, del cavallo nel maneggio, dello stambecco visto col binocolo. È la natura di cui accarezziamo la nuda scorza e succhiamo il dolce nettare.
Un consiglio per avvicinarci alle api?
Il consiglio è cercare di fare delle esperienze. In primo luogo con le aziende apistiche e i gruppi che fanno attività didattiche con cui ci si può avvicinare alle api, guardare dal’esterno, imparare a non impressionarci se un ape ci vola attorno. L’altra cosa che possiamo fare è imporci un controllo quando vediamo animali sconosciuti. Animali pericolosi in Italia ce ne sono veramente pochi. Vespe e calabroni possono dare shock anafilattico, ma la probabilità di essere investiti da un’auto è più alta, eppure non abbiamo timore dell’auto.
Se in un luogo le api stanno bene, tutto l’ambiente è in salute e lo è dunque anche l’uomo. (da Il piacere delle api di Paolo Fontana)

 

Donato Castagnozzi