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SecretPost #39: Sacrificare la propria vita per quella di una madre: morire a 19 anni

di , Sabato, 15 Maggio 2021

Si sono tenuti ieri i funerali del 19enne Mirko Farci, ucciso a coltellate nel disperato tentativo di difendere la vita della madre. Un silenzio surreale, scandito solamente dal suono delle campane, ha invaso le strade di Tortolì, cittadina in provincia di Nuoro.

I fatti sono successi martedì sera, quando l’ex compagno della madre Maria Piras, il 29enne Masih Sahid si sarebbe introdotto, arrampicandosi di nascosto, nella casacogliendo totalmente di sorpresa la madre -subito ferita-ed il figlio. Quest’ultimo, infatti, senza neanche pensarci si è gettatosu di lei per proteggerla. L’uomo si è, quindi, avventato su Mirko accoltellandolo a morte.

L’assassino è stato rintracciato mentre cercava di nascondersi in campagna, ed arrestato. Sotto interrogatorio, non sembra che abbia mostrato alcun cenno di pentimento per quella che è stata una tragedia orribile, ma purtroppo preannunciata.

Sahid era stato arrestato per stalking, aveva a suo carico un divieto di avvicinamento nei confronti della donnaa seguito dei numerosi maltrattamenti. Ciononostante, è riuscito ugualmente ad introdursi in casa della donna e ad ammazzarne il figlio.

È solo grazie a lui che oggi, Maria Piras è salva, sebbene in condizioni gravissime, dopo aver subito un intervento durato 4 ore che le ha salvato la vita.

Un figlio che dona la propria vita alla madre. Una madre che perde atrocemente il figlio. Si dice che la morte di un figlio sia qualcosa di insuperabile, un dolore devastante che dilania l’anima.

Strazianti sono state le parole dei compagni di classe di Mirko, che a breve avrebbe ottenuto il diploma all’istituto alberghiero. Lo ricordano come “un ragazzo gentile ed empatico. Aveva un profondo senso di giustizia e quello che gli è accaduto è doppiamente doloroso. Non era solo un ragazzo di 20 anni: è anche un eroe.

E purtroppo vorremmo non aver bisogno di gesti eroici come quello fatto da Mirko, in uno Stato dove la legge esiste e dovrebbe essere applicata.

Non ha senso sprecarci in sterili polemiche riguardo la provenienza dell’assassino, strumentalizzando un dato di fatto che niente ha a che vedere con l’efferato delitto e la ferocia con la quale si è consumato.

La verità è che, invece, ha senso parlare di quanto diverse denunce di stalking, un arresto e una diffida non siano serviti a nulla. Ogni anno circa 10 mila donne in Italia denunciano qualcuno per stalking, reato inserito tra quelli a Codice Rosso,insieme a: maltrattamenti contro un familiare o un convivente; violenza sessuale (anche di gruppo oppure su minori); lesioni personali gravi; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso e revengeporn.

Il Codice Rosso non implica null’altro che delle procedure d’urgenza, proprio con il fine di evitare che la vittima subisca conseguenze irreversibili.

Eppure, le leggi e i provvedimenti, che esistono e vengono applicati, non sono bastati a fermare un folle che, senza battere ciglio ha ucciso un ragazzo di 19 anni. È ora di rendersi conto che c’è una falla nel sistema, bisogna cambiare le cose, affinché non continuino a morire innocenti in tragedie che tristemente si sarebbero potute evitare.