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Laurens Hammond, dalla musica Sacra al Rock e le sue perdizioni

di , Venerdì, 24 Aprile 2015

Music & Story// Il titolo dovrebbe dare già un’idea di dove  voglio andare “a parare”, una sorta di viaggio nella musica, gli artisti, i brani musicali , la storia che ci ha accompagnato nel corso del nostro tempo. Sicuro non andrò a scomodare i padri della musica immortale (Bach, Beethoven, Mozart, Chopin,Wagner etc...), non sarei in grado di “mettere su carta” l’immane talento degli appena citati compositori, mi terrò “basso” scrivendo di artisti che ci hanno riguardato e ci riguardano più da vicino e vi assicuro che anche tra questi troveremo canzoni e musica immortale"


Partiamo subito con un GRAZIE, si grazie mille volte a quell’allora giovane ingegnere, inventore di Evanston (Illinos), Laurens Hammond il quale, dopo vari esperimenti, prove, presentò al Mondo Intero il 24 aprile 1935 la sua “creatura”: "l’Organo Hammond" si, quello strano strumento che dagli anni '50 in poi diventò il punto di riferimento di tanti musicisti.

Nato per sostituire l’organo a canne, fino ad allora unico strumento presente nelle Chiese, Cattedrali etc.

Usato ampiamente nel corso e dopo la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nelle cappelle militari, si pensa che sia stato proprio la presenza dei militari a queste manifestazioni a promuovere l’uso di questo strumento anche fuori dal contesto prettamente “liturgico”.

Chiaramente non vi tedieremo con le peculiarità tecniche  di questo strumento, (anche perchè, detto tra noi, mi arrampicherei sugli specchi nel cercare di spiegare qualcosa di non facile esplicazione). Possiamo in sintesi dire che l’Hammond è uno strumento a due tastiere più pedaliera, completamente polifonico, dotato di una notevole ricchezza timbrica vagamente somigliante a quella dell'organo a canne, a differenza del succitato organo a canne  e di sicuro meno delicato, manutenzione facile e non bisognoso di accordatura.

Immagine di Cittadiariano.it

A partire dagli anni 50, il Jazz prima di tutti gli altri fece suo questo strumento, artisti come Jimmy Smith,  soprannominato “The incredible” adottò l’Hammond, la sua composizione “The Sermon” memorabile, il suo Hammond “addomesticato” tra Gospel e Blues fece scuola.

Nella metà degli anni '60, un giovanissimo Keith Emerson rivoluzionò in modo un pò irriverente, ll suono dell’Hammond, aggiungendo livelli sonori superiori con l’ausilio di amplificatori e non solo.

Immagine di Cittadiariano.it

A consacrare l’organo Hammond come strumento Rock per antonomasia furono di sicuro loro: i Procol Harum nel 1967 con un brano che segnò la vita degli adolescenti pre sessantottini pronti a cambiare il mondo. A Whiter Shade of Pale, singolo uscito nel maggio del 67, uno dei primi casi ove il Rock si tingeva di psichedelico, progressivo e sinfonico, scritto da Keith Reid, vagamente ispirato all’Aria sulla quarta corda (suite n. 3), di Johann Sebastian Bach, la voce pregna, ruvida di Gary Brooker, accompagna la struggente melodia dell’Hammond suonato da Matthew Fisher.

Da li in poi, l’organo Hammond  entra di diritto nell’Olimpo del Rock, I Traffic (band Cult degli anni 60/70), aggiunsero distorsioni nel suono “dotto” del’Hammond, mentre diventa leggenda la suite Atom Hearth Mother dei Pink Floyd, era 1970.

Lo stesso anno impossibile non menzionare i Deep Purple in “Child in Time”.

In Italia vari furono i gruppi che adottarono l’Hammond, tra i primi di sicuro Le Orme e la meno conosciuta band RdM (Rovescio della Medaglia).

Tornando all’Hammond, a quel giovane Ingegnere, inventore dell’Illinois, nulla  di tutto questo sarebbe forse mai esistito oppure, chissà quali traiettorie avrebbe seguito l’irriverente musica rock, non ci è dato di sapere è sinceramente credo interessi poco a tutti noi. 

Chiudiamo questa “epistole” dedicandola a tutti i musicisti di ieri e di oggi, a tutti quelli che ascoltavano quello strano ma piacevolissimo suono dell’Hammond  dagli inizi, a quelli che oggi non ascoltano piu quello strumento, ormai superato dai “Multimemoria polifonici” che pesano meno di 3 kg. Ancora una volta abbiamo capito che la Musica, sacra, profana o no, è, e resterà sempre non solo un fenomeno culturale importante, ma ancor di piu, un “mezzo” per vivere meglio.








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