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Il mistero di Bonito

La curiosità di conoscere la storia, le tradizioni, i colori del nostro territorio, molte volte incontra leggende, misteri, racconti ed eventi che hanno dell’incredibile. Nel mio percorso, mi sono imbattuta in Bonito, un piccolo borgo della bassa Valle dell’Ufita, al confine con il Sannio.

Uno sperone roccioso la fa da padrona, circondato dolcemente da rilievi collinari coperti da una spettacolare macchia mediterranea, offrendo uno scenario irripetibile che si integra con il territorio circostante. L’arte, i colori, la storia di questo borgo si scontrano con la magia e le credenze tramandate da chi ha sempre vissuto questo posto.

L’emanazione dell’editto di Saint Cloud nel 1804, prevedeva lo smantellamento dei cimiteri sottostanti delle chiese di quel tempo, affinché fossero ricostruiti fuori dalle mura. In Irpinia erano molti i cimiteri ritrovati al di sotto dei luoghi sacri, e Bonito fu uno di questi. Soprattutto in questo paesino, veniva praticata “l’arte” della scolatura: i defunti venivano posti in posizione seduta su degli scranni in pietra, nelle cripte, e lasciati letteralmente “sciogliere” in maniera naturale.

I lavori portarono alla luce qualcosa di unico: il ritrovamento di tre cadaveri, indecomposti su sedili di pietra, due dei quali si disfecero a contatto con l’aria. Soltanto uno rimase praticamente intatto. Fu una vera e propria scoperta, a detta delle testimonianze tramandate, un vero e proprio miracolo. Il corpo di Vincenzo Camuso.

Ma come mai si era a conoscenza della sua identità? Ed è qui che la realtà incontra il mistero. Si suppone che doveva appartenere alla Confraternita della Buona Morte, attestato dal fatto che il capo è ricoperto da una mozzetta grigia. Sono tantissime le testimonianze, tutte legate da un unico fil rouge: era lui stesso ad apparire in sogno e dichiarare il suo nome e cognome e dove si trovasse!

Avvolta nel suo alone di mistero e verità, la mummia di Bonito, inquietante e affascinante, ha fatto il giro del mondo. Numerosi sono i pellegrini che ancora oggi arrivano a questa Cappella, indotti da Vincenzo Camuso, che in sogno li guida fino a Bonito, con l’intento di poter guarire e “salvare” vite umane.

La scienza dinanzi a ciò è sconcertata, incredula che ciò possa accadere. Ma ci sono eventi, situazioni in cui è difficile porre un parametro di valutazione, perché c’è un limite oltre il quale la sfera di ciò che è dimostrabile, entra in contatto e in contrasto, con la sfera della “superstizione”. Ma forse abbiamo tutti un po' bisogno di credere in qualcosa che è al di fuori dell’impensabile.

Imbattetevi nella nostra Irpinia, lasciatevi trasportare da tutto ciò che offre, anche da storie e scoperte che sembrerebbero incredibili al mondo, ma che vivono a pochi passi da noi.

Floriana Giardino

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