Copertina di Nature Reviews Nephrology per uno studio del professore Capasso

di , Venerdì, 07 Novembre 2025

Copertina di Nature Reviews Nephrology per uno studio del professore Capasso
L'articolo, a prima firma del direttore scientifico di Biogem,
Giovambattista Capasso, riguarda i meccanismi alla base del declino
cognitivo nella malattia renale cronica, e segna l'affermazione definitiva,
al più alto livello scientifico internazionale, di un percorso di studi
incentrato sulle molteplici interrelazioni tra rene e cervello. <<Una linea
di ricerca – chiarisce il professore Capasso – alla base del progetto
internazionale CONNECT 2020-2024, sostanzialmente coordinato da
Biogem, con l'obiettivo di studiare i meccanismi che legano la funzione
renale a quella neurologica>>. <<Nel 2010 – spiega Capasso - si
comprese per la prima volta che il decadimento della capacità cognitiva,
tipica di molti pazienti con insufficienza renale cronica, tendeva a
progredire in malattia di Alzheimer nei soggetti sottoposti a dialisi.
Anche per questo, quando ero componente del consiglio direttivo della
Società Europea di Nefrologia - ricorda il direttore scientifico di Biogem -
fui incuriosito dalla prospettiva di studiare i processi attraverso cui il
rene influenza la capacità cognitiva del cervello. Il progetto CONNECT
(‘Cognitive decline in nephro-neurology: European Cooperative Target’)
fu approvato alcuni anni dopo, nell'ottobre 2020, e ha riunito oltre 200
studiosi, provenienti da 28 Paesi Europei, e da alcuni extra-europei, tra i
quali USA e Iran. Sono stati coinvolti, in particolare, ricercatori di base e
clinici, nell’ambito di un programma multidisciplinare, finanziato da
Horizon 2020, con il patrocinio della Società Europea di Nefrologia>>.
<<Fui eletto coordinatore – rivela Capasso – con Biogem e l'Università
Vanvitelli protagonisti dell'iniziativa, e, nell'arco di cinque anni, abbiamo
confermato l’importante ruolo del rene nel decadimento cognitivo
cerebrale, identificando anche molti dei meccanismi e dei fattori
specificamente coinvolti>>. <<Tutto questo – continua Capasso - è
stato oggetto di numerosi convegni scientifici e di oltre quaranta
pubblicazioni su importanti riviste, oltre a tavole rotonde in congressi
europei di nefrologia, geriatria e neurologia. In particolare, abbiamo
organizzato a Napoli il primo congresso internazionale completamente
dedicato alle interazioni rene-cervello, e, a compimento di questo lungo
percorso, abbiamo ricevuto l’invito, da parte della prestigiosa rivista
Nature Reviews of Nephrology, di scrivere una review>>. <<A lavoro
pubblicato – rivela il professore Capasso - abbiamo scoperto, con
nostra grande soddisfazione, che la copertina della rivista è stata
dedicata al nostro progetto, ma per noi si è trattato solo di un punto di
partenza. Nel biennio 2024-2025 abbiamo infatti ottenuto due

consistenti finanziamenti su questo tema: il primo, a livello regionale,
con Biogem ente promotore, finalizzato all'identificazione delle tossine
uremiche neurotossiche e al loro dosaggio mediante una tecnologia alla
portata di tutti i laboratori; il secondo, nell'ambito di Horizon Europe,
vede Biogem capofila, e ci consentirà di seguire, per i prossimi tre anni,
un gruppo di pazienti con insufficienza renale cronica, sottoponendoli a
test in grado di valutare il grado di decadimento delle capacità cognitive,
ma anche a una risonanza magnetica funzionale, decisiva per
identificare le zone del cervello coinvolte>>. <<Il primo obiettivo –
chiarisce Capasso - è registrare nel tempo l'eventuale progressione del
decadimento cerebrale; il secondo è capire se il declino cognitivo può
essere mitigato facendo ricorso a un esercizio fisico moderato,
consistente in una semplice passeggiata quotidiana, monitorata grazie a
un'applicazione caricata sul telefonino. Lo studio internazionale
terminerà nel giugno del 2028 e sarà accompagnato da ricerche simili,
avviate da altri membri del Gruppo Connect, sparsi per il mondo>>.
<Gli studi riportati nella copertina di Nature, si concentrano – sottolinea
infine il professore Capasso - anche sui meccanismi genetici e
molecolari del decadimento cognitivo, garantendo un approccio
scientifico sempre più rilevante a quella che può essere considerata una
delle frontiere più avanzate della medicina moderna>>.