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L’Alto calore e la beffa delle tubature da videogioco

di , Venerdì, 27 Gennaio 2023

E’la terza nel giro di pochi giorni, stamane per l’ennesima volta manca l’acqua nelle case, e anche oggi, naturalmente, scuole chiuse. 

L’ente ha comunicato che per  alcuni comuni, compreso Ariano, l’erogazione idrica viene sospesa causa rottura di una condotta in agro di Melito. Dicono lavori di riparazione in corso e ripristino nel tardo pomeriggio,ma per quanto tempo ancora i cittadini sono costretti a subire questo tipo di sopruso? Quanto durerà questo rappezzo alla tubazione?Ma soprattutto quanti disagi legati a questo problema bisognerà ancora subire? 

Famiglie disperate, ci si attrezza come meglio si può .

Indignazione da parte del primo cittadino Franza che ha dichiarato: 

 

“Anche questa mattina sono stato costretto a chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado sul nostro territorio: ciò non può essere tollerabile. Così come non può essere tollerabile la mancanza d’acqua, puntualmente nella stagione estiva, nelle zone più periferiche della città. Al riguardo vi era già stata una mobilitazione cittadina, per il tramite di una raccolta firme, alla quale ho sempre garantito pieno sostegno, ma ciò chiaramente non è bastato.

Non è bastato questo, come non sono bastate le mie incessanti sollecitazioni e l’incontro pubblico tenutosi con il presidente, amministratore Unico dell’Alto Calore, alla presenza dei rappresentanti del comitato quartiere del rione Martiri. Consapevoli, purtroppo, che nemmeno questo sarebbe bastato.

Ormai sono anni che assistiamo a sospensioni idriche che si ripercuotono sistematicamente sui cittadini in termini di disagi e disservizi. Non è tempo di ascrivere colpe o additare responsabili, ma di pretendere da quanti tra coloro rivestono funzioni pubbliche di rappresentanza, dall'intera deputazione regionale e nazionale irpina, di destra e di sinistra, un atto di fermezza su una emergenza idrica che poco ha a che fare con la responsabilità dei singoli, e molto con un pregiudizio consolidato di considerare le nostre comunità figlie di un Dio minore.

Non siamo figli di nessun Dio minore. Siamo figli di una terra, l'Irpinia, che non può più tollerare di essere terra di frontiera e di conquista elettorale.

Rivendichiamo rispetto e pretendiamo risposte. Tuttavia, non si può di certo pretendere da altri un atto di fermezza che non sia stato prima preteso da se stessi. Mi farò portavoce insieme agli altri sindaci di questa battaglia di civiltà perché la nostra voce non resti inascoltata e i nostri diritti tutelati.”