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Laboratori Isfol: da Paternopoli un’applicazione pratica

di , Mercoledì, 13 Novembre 2013

Arriva dalla provincia irpina e precisamente da Paternopoli, la storia di Luisa Di Blasi e della sua cooperativa ‘Un posto nel mondo’.

Si tratta di un esempio concreto delle possibili applicazioni pratiche del progetto di inserimento lavorativo di disabili psichici, ideato e sviluppato dal team di ricercatori Isfol, coordinato dalla dinamica ricercatrice Giuliana Franciosa. L’iniziativa portata avanti dal Prop. P, specifica area dell’Isfol dedicata a questo tipo di tematiche diretta da Amedeo Spagnolo, vede la collaborazione anche delle ricercatrici Antonietta Maiorano e Annarita Piesco.

‘Un posto nel mondo’ è stata fondata per aiutare famiglie e ragazzi sofferenti per patologie mentali a trovare il ‘proprio posto’ nel mondo del lavoro. La cooperativa festeggia in questi giorni otto anni di collaborazione con Ema, l’azienda di Morra De Sanctis, controllata del gruppo Rolls Royce, che  ha scelto la via dell’impegno nel sociale.

Da un incontro informale tra l’amministratore delegato Otello Natale e la signora Luisa, in cerca del supporto istituzionale ed economico per rispondere al desiderio di scendere in campo per aiutare la sua comunità, si è sviluppato un accordo di esternalizzazione di alcune attività dell'azienda, affidate a otto giovani disabili.

I ragazzi della cooperativa ‘Un posto nel mondo’, alcuni con contratto a tempo indeterminato, altri con formula a progetto e soprattutto con un orario flessibile studiato per le capacità di ciascuno, si occupano per Ema della 'dematerializzazione della documentazione cartacea', riuscendo  a conquistare la serenità e ad uscire dall’isolamento.  Luisa Di Blasi con la sua cooperativa e i suoi ragazzi speciali è pronta a festeggiare il conseguimento di un altro traguardo: l’esito positivo di un altro progetto di integrazione socio-lavorativa di ragazzi disabili psichici, sviluppato con la procura generale della Repubblica, che ha stanziato 30 mila euro, e con l’Unità operativa di salute mentale di Ariano Irpino, con a capo Emilio Fina. 

Il 15 novembre si concluderà l’esperienza di altri cinque giovani con disturbo mentale della provincia di Avellino, che per due anni, con il supporto di psicologi e tutor, hanno avuto l’opportunità grazie alla cooperativa e ad una rete territoriale di comuni, di seguire un percorso di riabilitazione alternativo alla comunità: quello dello studio e della formazione retribuita in azienda. Ogni ragazzo, dopo il conseguimento della patente europea del computer, ha svolto uno stage per imparare a digitalizzare i documenti.



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