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Ciao Enzo, genio al servizio degli ultimi

di , Sabato, 30 Marzo 2013

Sei andato via Enzo e...Mi sento come il tuo canotto mordicchiato da un doberman...Ciao genio al servizio degli ultimi.

Voglio iniziare da come avrei finito il mio ricordarti Enzo, un pò strampalato come piaceva a te, si...ad un passo dalla perfetta imperfezione.

Ti piaceva cantare in modo apparentemente semplice, tra Re, scarpe da tennis e anonime Vincenzine, strizzando l’occhio a Gaber, regalando baci a una Milano che forse non c’è piu.

Per te amico mio era tutto come un vecchio arrugginito luna park che, però con le tue canzoni, come un attempato elettricista riuscivi a riaccendere e farlo andare. Che musica e che emozioni tiravi fuori da quelle polverose giostre di cavalli e lampadine con colori sbiaditi, ogni tuo testo ricorda asfalti consumati e marciapiedi pieni di piaghe tra quelle piaghe però riuscivi a far nascere un fiore e tutto sembrava diverso, piu bello.

Al centro del tuo dire non mancava mai l’uomo, si quell’uomo disilluso, che forse non metteva le Timberland, che rideva dal piangere si, quell’uomo che si sentiva vincente già solo guardando il sole, quei famosi ultimi che oggi fanno quasi moda, quelli che (come dicevi tu) scoppiano dentro e che muoiono pregni di sarcastica emozione, insomma gli UOMINI!

Della tua vita,delle tue canzoni, ne hai fatto un recital, e noi spettatori-attori, non possiamo fare altro che, a sipario calato, alzarci tutti in piedi (in tutta la nostra altezza), applaudirti ora ed ogni volta che ti ascolteremo o penseremo a te. Ciao Enzo

Con smisurata ammirazione, tuo Big wave.



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