Il vescovo Marino: “Sono al vostro fianco”. I lavoratori: “Andremo dal papa”
E' una solidarietà trasversale, e sempre più estesa, quella incassata dai settantuno lavoratori della 'Mondial Group' di Montemiletto. Ma nemmeno questo basta a smuovere l'imprenditore Monico, e a fargli cambiare idea. L'amministratore unico dell'azienda, contattato a telefono dal prefetto Carlo Sessa, è stato categorico e irremovibile. “E' un ramo secco- ha esclamato Franco Monico-, e va tagliato”.
Dopo aver manifestato pacificamente sotto le finestre di Palazzo Caracciolo gli operai della fabbrica di contrada san Giovanni che fino allo scorso mese di giugno produceva a pieno regime vetrine frigo verticali per attività commerciali sono stati ricevuti dal presidente della Provincia, Domenico Gambacorta, nell'aula del Parlamentino e sono riusciti a strappargli pure un impegno: la convocazione per la prossima settimana di un incontro con il presidente di Confindustria Avellino, Sabino Basso e la richiesta di ottenere un eventuale finanziamento da Invitalia. Proposte fattibili insomma respinte però con fermezza da Monico. “Siamo grati al presidente Gambacorta- ha dichiarato al termine dell'incontro Giuliano Moccia, Rsu Fiom-, e a quanti nelle ultime ore ci stanno facendo pervenire attestati di vicinanza alla nostra lotta per il diritto al lavoro. Andiamo avanti a oltranza: non ci arrendiamo”.
Pochi minuti dopo un altro incontro, casuale, ma altrettanto significativo per la rappresentanza di operai dello stabilimento di Montemiletto che dal prossimo 3 novembre smetteranno per sempre di lavorare, quello con il vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino.“Sono al vostro fianco- ha esclamato monsignor Marino-, e mi adopererò a convocare un incontro con tutte le aziende in difficoltà dell'Irpinia e del Sannio. E' un momento delicato e come Chiesa dobbiamo fare la nostra parte accanto alle famiglie di quanti hanno perso o stanno perdendo il posto di lavoro. Non perdete mai la speranza”. Parole che stillano fiducia ma non bastano certo a risollevare l'umore di chi sa di essere destinato alla disoccupazione e a scacciare brutti presagi. Le donne e gli uomini della 'Mondial Group' stazionano ancora sotto la Prefettura mentre si formano dall'altro lato della strada capannelli di curiosi. La notizia del contatto telefonico tra Sessa e Monico è stata un'altra doccia gelata per i settantuno lavoratori in mobilità. “La proprietà è irremovibile- fa sapere Sessa-, ed è intenzionata a non retrocedere di un passo perché reputa improduttivo lo stabilimento irpino”. Intenzioni chiare da giorni anche ai lavoratori che comunque non si danno per vinti e sono pronti a scrivere persino a papa Francesco, a organizzare, a stretto giro, una marcia di protesta coinvolgendo i sindaci del comprensorio e ad andare poi a Roma a manifestare sotto Palazzo Chigi e il Mise. Un copione che si ripete, insomma, alla vigilia dell'ennesimo autunno caldo per la nostra provincia che ha sempre più fame di lavoro. “Non può finire così la storia della Mondial- ha aggiunto ancora Giuliano Moccia, Rsu Fiom-. Non possiamo uscire dal ciclo produttivo dall'oggi al domani. Monico va dicendo che l'azienda di Montemiletto è un ramo secco che a causa delle nostre agitazioni ha dovuto licenziare i colleghi di Casale Monferrato e per giunta che non ha intascato un euro dalla Regione per lo sviluppo e la ricerca. Eppure solo la settimana scorsa c'è stata un'ispezione ministeriale a riguardo, la terza in pochi mesi. Ci vuole davvero coraggio a dire menzogne di tale portata ”.