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La sinistra che non vuole vincere

di , Martedì, 15 Aprile 2014

Se i tuoi avversari valgono poco tutto dovrebbe essere più facile. Ad Ariano forse non funziona così. Il centrodestra arianese, sia nella sua versione zecchiniana sia nella sua versione “ecumenica” (leggasi Santa Alleanza) non lascia abbastanza spunti a nuove considerazioni. Si rischierebbe di essere ripetitivi nel ribadire ancora una volta i dubbi sulla presunta novità degli uni e degli altri e sulle incertezze che regnano nella scelta del candidato sindaco della Santa Alleanza. Così passiamo all’altro versante.

Con un centrodestra così messo il centrosinistra ha la grande occasione di prendersi Ariano. Di cambiarla, di rinnovarla. Ma a ben vedere i conti non tornano neanche qui. In un recente comunicato di Ariano in Movimento si faceva riferimento alla necessità di mettere da parte personalismi ed unire il centrosinistra per una proposta di cambiamento. Pensiero nobile e anche logico. Ma la strada di Ariano in Movimento non è stata capita e così il centrosinistra ha scelto vie differenti. Chi si è infilato nel vicolo cieco del sogno (ABC). Chi ha creduto più o meno inconsapevolmente alla favola del “nuovo” propinata dalla Santa Alleanza, per poi uscirne ed entrare in un altro vicolo cieco. No. Stavolta non parlo di quello del sogno, ma parlo di quello della credibilità ormai persa.

Troppa retorica? Bene, facciamo un po’ di nomi allora. Il centrosinistra arianese da diverse settimane ormai è spaccato. Ninfadoro e La Vita hanno scelto di non seguire la strada della base dei loro partiti (PD e PSI) e di unirsi a SEL ed Harambee per lanciare la coalizione Ariano Bene Comune. Presentate le linee programmatiche. Programma aperto a nuovi spunti fino all’apertura delle liste ed incentrato, come ha recentemente detto il leader di Harambee Fabrizio Procopio, sulla legalità e sulla trasparenza. Sono sicuramente due punti di partenza fondamentali. Ma servono voti, più di quelli di partenza. Una gran parte dovranno essere presi da quell’elettorato di centrodestra, che piaccia o no necessari. Quella parte di elettorato deluso dall’assenza di novità, stanco dei soliti vecchi volti e della solita vecchia politica. Quell’elettorato di centrodestra non chiuso mentalmente, ma aperto a chi davvero vuole proporre qualcosa di innovativo senza promettere l’impossibile. Ma se questo forse è possibile, la divisione interna del centrosinistra rischia di complicare le cose. Guadagni da una parte, perdi dall’altra. E torniamo alla storia recente. PD e PSI scelgono il potere, scelgono l’elezione facile, scelgono l’inciucio con la Santa Alleanza. Ma ad un certo punto qualcosa si rompe. Qualcuno aveva già anticipato a probabili rotture sulla scelta del candidato sindaco e dovute all’eterogeneità della coalizione. Detto fatto. Entra anche “L’Orologio” e siamo davvero in troppi. Non c’è più spazio. Il PSI va da solo. Il PD ancora non si è capito cosa vorrà fare. Intanto i socialisti propongono Guido Riccio. Orgoglio o rifiuto? Hanno preferito non tornare in ginocchio da La Vita, che era andato per conto suo perché non convinto della mossa del suo partito, oppure sono tornati e sono stati rifiutati? Solo i diretti interessati sapranno rispondere a questa domanda, se lo vorranno.

Sta di fatto che, ad oggi, il PSI propone un suo candidato sindaco ed i suoi voti non confluiranno chiaramente su La Vita ed ABC. Risultato? L’ambizioso progetto di ABC perde i voti del suo elettorato naturale ed il PSI, presumibilmente senza alcun eletto in Consiglio Comunale, si godrà lo spettacolo senza rendersi conto di aver sprecato un’occasione e aver messo il bastone tra le ruote della sua stessa fazione. In questi casi, chi si accontenta gode. Il PD osserva abbastanza passivamente. Al progetto di ABC servono i voti del PD, perdere anche quelli sarebbe davvero troppo. Ma siamo al gioco dell’orgoglio. La Vita in una recente intervista si è detto “assolutamente convinto che se sapremo interpretare fino in fondo la voglia di cambiamento che tira, se sapremo dimostrare di essere credibili, di essere l’unica vera alternativa per Ariano, ce la faremo con o senza il Pd”. Ma a parte le frasi ad effetto, sa benissimo il candidato sindaco di ABC che i voti del PD servono. Uno aspetta la mossa dell’altro, col serio rischio che però nessuno la faccia e alle 12 del 26 aprile PD e ABC saranno divisi. E non dimentichiamoci anche di Ariano in Movimento. La lista civica da sempre presente in ogni elezione comunale, che ancora non si sa né se si presenterà né verso chi farà confluire, in caso di assenza, i propri voti. Sarà un caso ma l’unica forza che ha centrato il problema, quello dell’unità (assente) tra le varie forze, non viene menzionata da nessuno nel centrosinistra arianese. Forse l’occasione di essere innovativi contro questo centrodestra assai poco propositivo è davvero troppo bella per essere colta.

E così, tra divisioni, personalismi e piccole vendette, il centrosinistra sta fallendo il suo calcio di rigore più importante. Alla fine Ariano sceglierà la strada che ha sempre preferito. L’autolesionismo.

 

vignetta di Mauro Biani



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