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L'emergenza sociale. Immigrati, nuovi 'sbarchi' in Irpinia

di , Mercoledì, 05 Agosto 2015

Strutture al collasso e sindaci in rivolta. Sessa: "Chissà come andrà a finire"

Avellino- Non c'è un finale, almeno per ora. C'è solo un andirivieni continuo nei borghi e nelle strutture ricettive o private irpine che dalla primavera di un anno fa ospitano i migranti.

Uomini, molti, e donne, poche, che si aggirano ormai come spettri in attesa di una risposta, di un verdetto che tardano ad arrivare. L'attesa è infinita e snervante. Intanto continuano a 'sbarcare' a bordo di torpedoni nei centri, sempre gli stessi, che danno accoglienza agli stranieri sfuggiti a guerre e persecuzioni per ricominciare da capo in un mondo nuovo, ma pure ostile. Una cinquantina di immigrati sono giunti nelle ultime ore, e alla spicciolata, in diversi paesi della provincia. Il prefetto Sessa non sa dire fino a quando resteranno, nè prevede allo stato cambi di passo. "Chissà come andrà a finire"- si lascia andare a uno sfogo amaro il massimo rappresentante di governo sul territorio.

Nessuno infatti sa fino a quando durerà questa emergenza mai dichiarata che ha investito pure l'Irpinia. I sindaci dei pochissimi paesi che stanno accogliendo gli immigrati sono esasperati: devono dare conto ai cittadini. Come dargli torto.

Una situazione critica affidata solo al buon senso e alla buona volontà di chi da un anno e mezzo accoglie gli stranieri che qui alla fine non vogliono restare. Pertanto i tempi della burocrazia si allungano, inesorabilmente, e così la permanenza in strutture prossime al collasso. Qualche sindaco ha avuto il coraggio di protestare perché così non va, questa non è un'ospitalità dignitosa, ma nessuno a oggi ha recepito quello sfogo. I profughi continuano ad arrivare, e quelli che già ci sono vorrebbero partire. Ma per dove? E come?  Chi ha coraggio riesce comunque ad andare via cambiando il suo status da richiedente asilo a clandestino.



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